I coristi della Corale Quadriclavio   -   Carla Vanti, contralto


La menopausa gioca strani scherzi. C’è chi entra in depressione, chi ingrassa vistosamente, o chi … inizia a cantare musica barocca. Sarà perché comincio ad avvertire la sindrome del nido vuoto, o forse sento i primi segni di stanchezza professionale, o più semplicemente ho bisogno di altri stimoli.

Fatto sta che ho colto al volo l’occasione di cimentarmi in una nuova avventura. Senza la poetica sensibilità e il continuo sostegno della mia amica Grazia, compagna di questa scommessa, non ne avrei avuto il coraggio.

Nella corale che frequentavo in precedenza ero stimata, imparavo con facilità brani brevi e relativamente semplici, non dovevo studiare oltre le ore di prova. Ora faccio giardinaggio con gli auricolari accesi, chiunque salga sulla mia auto si deve sorbire almeno qualche secondo di un mp3 sempre inserito, nel PC del mio ambulatorio ho caricato tutti i file musicali, perché non si sa mai … manca un paziente e per 45 minuti posso studiare!

Guardo nel sito il ricchissimo repertorio della corale. Quanti anni mi ci vorranno per imparare tutto? O arriverò a mettermi in pari solo quando la mia voce già invecchiata darà segni di cedimento tali, per cui dovrò rivolgermi ad una corale per la terza età?

Analizzando questa scelta con il metro del raziocinio, il bilancio è negativo. Però, se risento ad occhi chiusi l’emozione che mi provoca il cantare questo repertorio, mi dico che ne è valsa proprio la pena.

Durante le prove si scherza e ci si distrae, ma poi in esecuzione avviene il miracolo e sembra di ascoltare dei coristi tedeschi. Diventano tutti attenti e disciplinati e da questo gruppo, che sembra di studenti fuori corso in una perenne gita scolastica, viene fuori un’energia incredibile, che contagia chi ascolta. Altre corali sono più formali, i loro direttori non così scoppiettanti, ma ho l’impressione che si divertano molto meno.

Ecco perché ho deciso di restare qui.

Carla

9 settembre 2011