I coristi della Corale Quadriclavio


Nicola Toma, basso


Il mio ingresso nel Quadriclavio è accaduto cosí, quasi per caso.

Ma la passione e l’amore che nutro per la musica ed il canto non sono sentimenti comparsi per caso.

Quello che so me lo porto dentro da quando frequentavo la scuola elementare prima, e la media inferiore dopo. Non per bravura dei maestri e professori, no.

É stato qualcosa di innato, qualcosa che è germogliato dentro ed è cresciuto col tempo, costantemente.

Prima tappa il coro della mia parrocchia, da bravo iscritto nell’Azione Cattolica: ogni volta che si preparava qualcosa di nuovo era una gioia ed una emozione da brividi.

Devo confessare che il canto era anche una specie di sfogo, una rivalsa nei confronti del periodo difficile vissuto a causa della mia “robustezza”. Quasi quasi mi ci trovo preciso preciso nell’esperienza di Annamaria.

Comunque questa tappa è durata con soddisfazione fino alla maturità.

Poi, altra città: Torino.

Tra un esame universitario e l’altro sono riuscito ad intrufolarmi nel coro della parrocchia che frequentavo, un’allegra e strampalata banda, a dispetto delle diceríe su Torino quale città fredda.

Poi il ritorno a casa, il servizio militare, l’avvio della professione.

Gli impegni (ed un ambiente divenuto “poco simpatico”...) lentamente hanno messo in secondo piano il canto.

Ma quando sono giunto a Bologna è successo una specie di miracolo.

Una domenica entro in una chiesa...pardon, una basilica: S.Francesco. Ascolto la Messa, ma di più il coro.

E lí scattò la molla: e se riprovassi anch’io a cantare? Mi presentai di getto, non badando nemmeno al fatto di essere abbastanza “analfabeta” in musica. Ma cosa sono gli spartiti? E le crome? (sapevo solo di auto con questo nome...).

Mi sono impegnato a mettermi in riga e la cosa ha cominciato a prendere corpo.

Che differenza con il coro parrocchiale...

E mi ripetevo incredulo: sto cantando cose importanti, da non credere!!!!

Poi un giorno, Giovanna mi dice: “Senti, ti va di venire stasera alle prove di un altro coro?”. Ho accettato.

L’impatto è stato come un contropiede nel calcio: mi aspettavo un ambiente serio, composto, quasi da cappella Sistina. E invece mi ritrovo davanti un tal Lorenzo (non il Tramaglino manzoniano), che tutto sembrava tranne che maestro di coro. E poi i coristi.....che tipi.

Forse anche quest’aria scanzonata (e qui non voglio esagerare...) mi ha invogliato ad intraprendere questa esperienza.

Ed eccomi qui: ad emozionarmi fino alle lacrime quando mi trovo a cantare il Requiem mozartiano (uno dei miei cori preferiti), o il Dixit di Vivaldi, oppure il Vespræ Solennes de Confessore ancora di Mozart.

Si, proprio io, che fino a poco tempo fa mi trovavo dall’altra parte. Ad ammirare i concerti in tv. Ad estasiarmi, oppure a studiare, mentre un nastro diffondeva le note di qualche magistrale composizione.

Che roba!!!!!

Tutto questo lo devo, di cuore, a voi cari amici ed amiche del Quadriclavio. A voi che mi avete accolto a braccia aperte e che mi avete fatto sentire parte integrante fin da subito, senza riserve.

E poi, un ringraziamento sentitissimo a Giovanna e Lorenzo (gli altri amici non me ne vogliano): la prima perchè, credendo in me, mi ha offerto questa magnifica opportunità; il secondo perchè ....... è Lorenzo e basta (e non mi ha fatto cantare “S.Martino campanaro...”).

Penso che i “pasticciotti” non bastano a dirvi GRAZIE ............

 

Marzo 2005

 

E-mail: nicolatoma@libero.it